Nato con la camicia. Dagli anni della guerra alla ricostruzione democratica fino all'alba del Duemila

Così l'autore: "Ho vissuto tre epoche diversissime tra loro. La prima infanzia il cui incanto è stato spezzato dai tragici avvenimenti della guerra; un secondo, lungo periodo di energia feconda e di speranze accese che mi hanno molto coinvolto; una terza, ultima fase, che mi emargina sempre più non solo per la perdita di vigore dovuta all'avanzare dell'età, quanto per la crescente difficoltà a capire questo mondo nuovo non solo ipertecnologizzato, ma sempre più individualistico. Ho ormai raggiunto ottanta anni, l'età su cui non si posa più nessuno sguardo, un'età da vero patriarca, una condizione ormai passata di moda; siamo in troppi ad arrivare a questa veneranda età, mentre i giovani sono sempre meno e non ci sopportano; costiamo e non produciamo. Anche il sistema ci condanna e alza l'età pensionabile sempre più. È arrivata a raggiungere i settanta. Certo la scienza medica fa miracoli, ma quella dell'Inps ne fa di più! Sono pacificato con la vita, ho perduto tutte le illusioni e la grande utopia che mi ha accompagnato sempre, anche se forse sotto la cenere della delusione è restata un po' di brace di speranza. Chissà!..."