Appiglio. Ovidio inter giovani

«Tra le colline di Carolei, radici di Enotri, terra di ulivi secolari, vive la famiglia Fardese; una figlia in particolar modo ha dei talenti, ma purtroppo suscitano molta invidia da parte di alcune persone con intenzioni malsane, viene perseguitata. La madre decide di allontanare la figlia, si trasferisce a Catanzaro dove vivono dei parenti facoltosi. Dopo anni, Lucia, stremata da queste persecuzioni prova a ricomiciare. Trova una ceramista in terra Ligure, nelle Cinque Terre e lì inizia a creare, è il suo appiglio, per andare avanti, scopre il piacere di creare forme nuove, tra argilla, ceramica, smalti... Si sente nuovamente viva, diventa il suo appiglio vitale. Il racconto "Appiglio" prende lo spunto per raccontare una storia che si snoda tra realtà e fantasia, vede le metamorfosi di Lucia Fardese, lancia un messaggio pedagogico; rimbalzano però altre situazioni, in altri luoghi dove si cerca l'appiglio. La storia di Lucia apre il racconto, mentre altri gridano in modo interiore nelle pagine: appiglio, appiglio , appiglio; ma rimbalza anche una locuzione latina: "video meliora proboque, deteriora sequor" commentando con i giovani inter Ovidio.»