La mia giornata nell'altra terra

Nel villaggio è considerato un matto, «posseduto non da uno, ma da innumerevoli demoni». È un contadino, un coltivatore di frutta, vive con la sorella, unica rimasta della famiglia. Ha strani atteggiamenti che gli hanno attirato il disprezzo di tutti: si accampa tra le lapidi del vecchio cimitero, si aggira mormorando improperi in una lingua sconosciuta e forse inesistente, sconvolge gli altri con oracoli sbalorditivi, mettendo a nudo ciò che si voleva nascondere agli occhi dei più... Questo strano frutticultore vagabondo e veggente vive però una trasformazione, una trasfigurazione, una redenzione: nel corso della sua giornata nell'altra terra. Con la traversata in una barca a remi del lago che separa la sua dall'altra terra, la storia vira dal racconto aneddotico all'apologo. Via via proseguendo nel corso della sua giornata l'indemoniato, liberato dalle proprie ossessioni, disposto a giocare con regole nuove, a guardare con occhi nuovi, anzi nemmeno più con gli occhi bensì con altri sensi - le spalle, la pianta dei piedi, la punta delle dita -, avverte, sente, prova, sperimenta, vive un intenso senso di gioia. Lo stesso che prova il lettore immergendosi in questo breve romanzo perfetto.