L'umana nostalgia della completezza. «L'Androgino» e altri testi ritrovati

«L'archetipo dell'androgino si aggira per le terre. Gli uomini, toccati dalla sua ombra, si addolciscono e allentano la presa sui loro rudi e contratti ruoli e convincimenti maschili. Le donne si risvegliano a nuovi spazi, nitidi e glaciali, a piani di precisa coordinazione in cui cominciano a tracciare con calma il proprio cammino». Così, riguardo all'avvento di un Sapiens sia maschile che femminile, scriveva Zolla nel lontano 1981, in anticipo sui tempi. Tempi che oggi invitano a riscoprire, accanto alla monografia sull'androgino originariamente in inglese, una selezione di scritti "ritrovati" composti tra la metà e la fine del Novecento. Cinquanta saggi che fanno scorgere lo spessore di una scrittura polifonica, cangiante per l'estesa varietà dei temi trattati - storia europea, diritto, etica ed estetica, costume, pensiero, mito, musicologia, narrativa giapponese, pittura, alchimia, umanesimo laico e religioso - e tempestiva nel presentare, spesso per la prima volta in Italia, autori divenuti poi di culto, quali Tolkien, Florenskij, Herschel, Schneider, Izutsu. Dalle conversazioni con Vittorio Messori, Giampiero Comolli, Doriano Fasoli e Maurizio Nocera si traggono infine spunti per cogliere la peculiarità di Zolla e la sua coerenza, il rigore, l'appassionata attenzione al "diverso".