12 maggio 1977. L'assassinio di Giorgiana Masi, pallottole e menzogne di Stato. Il racconto, i documenti

Il ritrovamento di documenti della Direzione generale della Pubblica sicurezza sugli incidenti che avvennero a Roma nel mese di maggio 1977 consente di ricostruire la grande tensione sociale che attraversò la Capitale in quel periodo. Sono comunicazioni molto dettagliate che riportano sinteticamente informazioni sull'ordine pubblico, con molte omissioni sull'uso della violenza da parte delle forze dell'ordine. Al centro della ricerca c'è l'analisi degli effetti dell'ordinanza prefettizia emanata il 22 aprile 1977 sotto la direzione del ministro dell'Interno Francesco Cossiga. Quel provvedimento vietava per ragioni di sicurezza e di ordine pubblico manifestazioni di qualsiasi genere nella città di Roma, sino al 31 maggio 1977, e fu emanato il giorno dopo una sparatoria nella città universitaria tra agenti di polizia e manifestanti durante la quale fu ucciso l'agente Settimio Passamonti. Furono quaranta giorni durante i quali le libertà civili furono, per decreto, fortemente limitate. Il 12 maggio si consumò la tragica vicenda di Giorgiana Masi, uccisa al termine di una manifestazione convocata dal Partito Radicale per festeggiare l'anniversario della vittoria del referendum sul divorzio del 1974 e per raccogliere le firme per otto referendum abrogativi. L'Autore ripercorre le polemiche che hanno segnato non solo quel momento ma anche gli anni a venire, cercando di far luce su una delle pagine più vergognose della storia repubblicana.